Il quarto modello del marchio, la Colorado di serie, sarà appena meno futuribile nel look e nelle finiture interne, ma comunque epocale per quella lunghezza oltre 4 metri ( come mai nella storia Mini) e per la scelta di una vera trazione integrale basata sulla più moderna meccanica BMW.
Del resto, ora i padroni sono loro e non Sir Alec Issigonis, l'inventore della prima Mini, la Mark I, lunga 3,05 metri e tutt'altro che di lusso. Quello che oggi è invece il suo pane quotidiano.
Colorado è questo, un Crossover che anticipa molte delle nuove tendenze di design scelte per le Mini del futuro, e delle tecnologie che utilizzeranno. Una singola portiera posteriore di tipo tradizionale, una scorrevole dall'altro lato, portellone posteriore in un pezzo unico che si apre ruotando verso la fiancata destra e, all'interno, un abitacolo con 4 sedili singoli ed un binario centrale chiamato MINI Center Rail che permette di fissare portaoggetti aggiuntivi, portaocchiali, apparecchi multimediali o altri accessori. Al centro del cruscotto, il maxi giocattolo che fa davvero la differenza, il MINI Center Globe, praticamente una sfera all'interno della quale un proiettore laser visualizza qualsiasi tipo di informazione su vari livelli di altezza e profondità: diciamo tridimensionale, ma non basta.
"Mini Fase Due", sembra dire BMW, un occhio puntato sul design Vogue e l'altro sulla tecnologia pesante che non fa solo tendenza, ma obbliga anche gli altri costruttori a copiare.
E qualcosa ci dice che avranno da fare. Dopo il debutto del Colorado, il 2012 segnerà l'arrivo di un quinto modello in gamma, decisamente più compatto nelle dimensioni e molto probabilmente a completa trazione elettrica.
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