Nel 1966 i tempi bui erano soltanto un ricordo per la BMW.
I profitti erano ottimi e gli impianti lavoravano a pieno regime e di lì a poco si sarebbero rivelati insufficienti per soddisfare la crescente domanda.
Nel contempo la Glas di Dingolfing, in Baviera, si stava dibattendo in una situazione economica sempre più precaria, e alla fine di quell’anno fu assorbita dalla BMW, che colse l’occasione per acquisire rapidamente un nuovo stabilimento.
Tra le auto prodotte dalla Glas vi era la 1300/1700 GT, una coupé 2+2 (prodotta anche come cabriolet) disegnata da Pietro Frua e presentata nel 1963, che attirò l’attenzione dei vertici della BMW, desiderosi di sferrare un’offensiva nel settore delle piccole coupé tipo MG B GT e Triumph GT6.
Fu quindi deciso di trapiantare nella scocca della Glas gli organi meccanici della BMW 1600 ti (motore di 1573 cm3 - due carburatori doppio corpo – 105 CV - sospensioni a ruote indipendenti - impianto frenante misto con servocomando).
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La nuova vettura, siglata 1600 GT, debuttò al Salone di Francoforte del 1967: esternamente si distingueva dal modello di origine per il doppio rene BMW inserito al centro della calandra, per i copriruota e per i fari posteriori tondi delle 1600-2 e 1600 ti; all'interno, invece, vi erano solo modifiche di dettaglio rispetto alla vettura d’origine.
Nel 1967 furono anche approntate due vetture con carrozzeria aperta, realizzate ripetendo la stessa operazione di trapianto nella scocca aperta della Glas GT Cabriolet.
Per questi due prototipi non vi fu seguito produttivo.
Nonostante le buone prestazioni (raggiungeva i 190 km/h), il pubblico le preferì le varie versioni della Serie 02: forse pesò il fatto che la linea fosse molto diversa dai canoni estetici degli altri modelli della Casa di Monaco.
La 1600 GT rimase in catalogo fino al 1971, anche se è plausibile ritenere che la produzione sia cessata qualche tempo prima; in totale ne furono costruiti soltanto 1.255 esemplari, ai quali vanno aggiunte le due cabriolet.