Vucinic entra e decide: l'Inter va ko al 92'
Il primo tempo procede a sprazzi e a fiammate con diverse accelerazioni sia da una parte che dall’altra: ma tanto la Roma quanto l’Inter sembrano faticare negli ultimi sedici metri. Bellissime un paio di azioni che trovano Totti, su un fronte, e Maicon, sull’altro, prontissimi a incunearsi nella tre quarti offrendo spunti preziosi: ma Borriello e Milito faticano a finalizzare. E finiscono anche loro per girare larghi, cercando spazio al di fuori degli undici metri. Di conseguenza né Lobont né Julio Cesar corrono grandi rischi. La Roma protesta per un’entrata davvero pericolosa di Lucio su Borriello in piena area: sarebbe calcio di punizione indiretto per gioco pericoloso. E invece si continua. Ma il patto è ormai scritto: pensiamo a giocare a calcio.
L’iniziativa è spesso riservata a singoli e individualità: Stankovic cerca la porta con una certa insistenza anche da posizioni improbabili, Maicon testa il corridoio preferito affacciandosi con sempre maggiore insistenza con il passare dei minuti. Mentre Pizarro si offre nel primo tempo trascinando nella ripresa anche Menez, almeno inizialmente piuttosto abulico. Quando il francesino si mette in testa di saltare l’uomo di turno (quasi sempre Chivu), la Roma si fa pericolosissima: come ad esempio in avvio di ripresa.
E’ proprio in questo momento del match che la Roma sembra rispondere alle aspettative: e sembra davvero la squadra dello scorso anno: con un po’ meno consistenza e un po’ di confusione in più. Ma con quello stesso orgoglio che l’aveva portata a giocarsela fino alla fine, e quasi a vincersela.
L’Inter soffre, si concede un paio di ingenuità clamorose e rischia grosso quando al 62’ Julio Cesar sbaglia rinvio e concede un calcio di punizione a due da pochi metri che Totti spara alto.
Benitez, quando al 66’ toglie Milito per Muntari, persegue due scopi: dare più spazio a Eto’o e aggredire con maggiore efficacia Menez. La Roma si ferma qui.
Ma anche le mosse successive, Coutinho per Pandev e Vucinic per Totti (che lascia il campo senza cedere la fascia di capitano né passare dalla panchina), non cambiano una situazione di sostanziale equilibrio che l’ultima zampata di Eto’o (slalom e gran tiro respinto da Lobont) non va a intaccare.
Finisse 0-0 sarebbe persino giusto: anche perché Ranieri e Benitez, dalla panchina, sembrano mandare chiari segnali che un punto sia cosa buona e giusta per entrambi. Ma l’individualità che non era bastata a cambiare la partita si palesa a tempo scaduto: cross splendido di De Rossi e gran colpo di testa di Vucinic che si nasconde alle spalle di Lucio e insacca con una girata meravigliosa. La capolista cade a Roma, e sembra quasi che sia l’anno scorso.