La grinta di questa 420d, lo deve alla versione MSport, al cui pacchetto aerodinamico anteriore e al paraurti posteriore con accenno di diffusore (che a non tutti piace) si aggiungono i cerchi di lega specifici da 19" (al posto di quelli da 18 di serie) e l'impianto frenante con pinze blu.
Com'è fatta.
Una volta a bordo ci si accomoda a una spanna dalla moquette, coi comandi ben orientati verso chi guida. Il porgicintura automatico e il volante – a proposito, poteva essere un po' più piccolo – chiariscono subito dove ci troviamo. Il logo M è ripetuto anche sul battitacco e sul poggiapiede: peccato solo per la pedaliera standard. Attorno al pilota, tutto ciò che serve per fare un buon "lavoro": i paddle solidali al volante, il bilanciere con i settaggi di guida e l'iDrive aggiornato. A proposito, il navigatore Pro è migliorato per quanto riguarda potenza, grafica 3D, funzioni e connessione al web. Ben fatto, infine, l'head-up display full color.
Spazio a bordo.
Andando a guardare il centimetro, l'aumento degli ingombri non ha portato che benefici parziali ai passeggeri: è stato guadagnato qualcosa per la testa davanti e dietro per le gambe, ma non in larghezza. Quattro i posti omologati: e così si può viaggiare abbastanza bene, a patto di non essere troppo alti dietro. Come nella miglior tradizione tedesca non ci si scorda mai della praticità: il bagagliaio ha una bocca piccola, ma una capacità in grado di soddisfare le esigenze di una famigliola. Inoltre, sull'esemplare in prova, gli schienali posteriori sono reclinabili con frazionamento 40/20/40. Un optional che offre qualche soluzione in più.
Come va.
Si apprezza subito l'impostazione sportiva, a gambe semidistese, nonché la possibilità di regolare le protezioni laterali del sedile. Così, niente compromessi, ci si ritrova subito al volo. Il due litri diesel, da 184 cavalli e 380 Nm di coppia, ha la battuta pronta, ma la voce poco intonata al livello dell'auto. Per saggiare la risposta del motore, cambio in manuale e acceleratore giù: si riprende con vigore già dai 1.300 giri in quinta, poi lo "stacco" è sui 1.500. La spinta è robusta e rallenta solo dopo i 4.500. La 420d è ben bilanciata, grazie alla distribuzione dei pesi "53-47" tra i due assi, alle carreggiate larghe e al passo lungo della Serie 3. Il peso, di 1.757 chili in condizioni di prova, è importante e di poco superiore a quello della 320d Touring. Ma l'auto è ben attrezzata per la guida: assetto, gommatura extralarge, sospensioni adattive (756 euro). Lo sterzo è leggero in manovra e offre un'elevata sensazione di agilità alle velocità medio-basse: alzando il ritmo, acquisisce un gran feeling, soprattutto spostando il carico in configurazione Sport. È davvero pronto e preciso, ma pure graduale. La 420d è efficace sul veloce, ma resta agile nel misto, nonostante massa e ingombri. Immancabile la presenza del cambio automatico sportivo a otto marce (2.521 euro): fluido e inavvertibile in Drive, quanto rapido e quasi "cattivo" coi paddle in Sport.
Consumi.
Ma non è sempre festa, devi guidare tutti i giorni, e la Serie 4 te la godi anche viaggiando a 2.000 giri. In tutto ciò i consumi sono tra i pregi: di media si fanno i 15,4 km con un litro (in modalità Eco pro). E in combinazione con l'automatico è ora disponibile per la prima volta la modalità "sailing": in Eco pro, tra 50 e 160, in fase di rilascio l'auto avanza senza la coppia di trascinamento del motore, riducendo attriti e consumi. Insomma, un piacere sostenibile.
[Modificato da ///Mman 29/12/2013 11:04]
Mai discutere con uno stupido, prima ti trascina al suo livello e poi ti batte con l'esperienza.